:.. TRAVEL STORIES :.. PETRA: REDISCOVERING THE PINK CITY

ASIA – MEDIO ORIENTE – GIORDANIA

La città perduta dei Nabatei rivenne alla luce casualmente grazie all’archeologo svizzero Burkhardt nel 1812 mentre egli cercava di ripercorrere la via della seta.

Con la sua scoperta si conobbe anche la storia dei Nabatei: essi vissero tra il primo e sesto secolo d.C., provenivano dall’Arabia settentrionale ed erano di origine semita; erano abili architetti e scultori, ricchi commercianti di incenso, mirra e spezie, dotati di moneta propria.

Petra per secoli aveva rappresentato il luogo di controllo delle vie carovaniere tra l’Arabia, l’Egitto e la Siria per i commerci, percorse a dorso di cammello o dromedario da Nord a Sud passando per il vicino Oriente e da Est ad Ovest per la zona di Gaza, in Palestina.

Il primo secolo d.C. fu il periodo di massimo splendore per la città nabatea: è in questo periodo che vengono costruiti la maggior parte dei monumenti di cui abbiamo parlato, realizzati con una tecnica di costruzione così perfetta da garantire ai Nabatei l’approvvigionamento di acqua piovana tanto da essersi aggiudicati il titolo di “padroni del deserto”.

Quello che non abbiamo ancora detto è perché Petra viene definita la “città rosa”: questa definizione va ricercata nelle emozioni e sensazioni che scaturiscono osservando i riflessi della luce sull’arenaria nelle diverse ore della giornata, che vanno dal rosa tenue al rosso intenso.

È incredibile come le architetture, scavate nell’arenaria e intervallate dal deserto, scaturiscano emozioni e déstino ancora oggi sempre una grande curiosità forse perché racchiudono dei misteri ancora da scoprire.

:.. AUTORE: ALESSANDRO FAGIOLO :.. FOTO: ALEX IL VIAGGIATORE :.. CONTINUA IL VIAGGIO …